Un libro per conoscere meglio le opere d’arte: I buoni colori di una volta, pubblicata sul settimanale Il Nuovo Amico del Popolo, anno LXII – n. 22, Domenica 6 giugno 2010.

I buoni colori di una volta. Ricettario fotografico per conoscere e fabbricare pigmenti, leganti, vernici e materiali artistici antichi, direttamente dai trattati medievali.

 È il titolo di un libro di recente pubblicazione. Autore è Sergio Paolo Diodato, residente a Sambuceto, titolare della cattedra di Restauro dei dipinti all’Accademia di Belle Arti di Firenze.

   Il volume esce dopo dieci anni di ricerche e di lavoro, e in realtà è frutto di diversi decenni di attività nel restauro e può aiutare chiunque voglia capirne di più di opere d’arte o di opere antiche.
Presentato a Firenze il 3 maggio, il 14 al XXIII Salone Internazionale del Libro di Torino, in questi giorni in Abruzzo.
Il sottotitolo è chiaro: “Ricettario fotografico per conoscere e fabbricare pigmenti, leganti, vernici e materiali artistici antichi, direttamente dai trattati medievali”.
  Come per il medico è la conoscenza della Fisiologia così è per il restauratore la conoscenza dei materiali e delle tecniche che hanno permesso la nascita dell’opera antica.

   È uno dei discorsi che si leggono tra le righe di questo ponderoso volume (480 pp. in formato A5 con 399 foto a colori) dove troviamo descritti, riprodotti ex novo, artigianalmente, secondo le ricette antiche e fotografati in ordine alfabetico tutti i colori utilizzati dal periodo tardo antico fino al 1640 che sono stati suddivisi in base alla loro origine minerale, vegetale, animale o artificiale. Inoltre troviamo nel libro di Diodato […] anche la descrizione delle tecniche artistiche classiche, medievali e rinascimentali: encausto, affresco, tempera all’uovo su pergamena e su tavola, pittura ad olio, con foto esplicative degli altri principali materiali artistici utilizzati in passato.

   Si tratta di argomenti molto affascinanti per gli artisti di oggi e per chiunque si interessi a vario titolo di arte e specialmente di arte medievale.

   Nato su richiesta degli studenti del primo anno del Corso di Restauro dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove l’autore insegna, è scritto con un linguaggio chiaro, accessibile a tutti, anche se si addentra in problemi complessi che vengono risolti semplicemente col confronto fotografico. Ad es. vi troverete il modo di rifare praticamente la misconosciuta tecnica dell’encausto (descritta nel De Architectura di Vitruvio e nella Naturalis Historia di Plinio), saprete come rifare il blu egiziano utilizzato anche dagli Etruschi fino all’VIII sec. d. C. e poi misteriosamente scomparso dalle tavolozze dei pittori. Potrete sapere come fare per tingere i vostri drappi di lana con la vera porpora ottenuta dalle conchiglie marine, le stesse utilizzate dai Fenici. Potrete sapere come si fabbricava la pergamena dalle pelli animali e come eventualmente veniva dorata a foglia prima di essere miniata, oppure come si fabbricavano nel Medioevo gli inchiostri per scrivere e per disegnare, oppure come ricreare la vernice d’ambra che era quella preferita di Leonardo e che come gli esempi ora citati non troverete in commercio.

   Ma questo libro vuole essere soprattutto un utile strumento di formazione; esso parte dall’antichità, travalica il periodo medievale, arrivando al 1640, precisamente alla corte del re d’Inghilterra dove il medico personale di sua maestà andava a curiosare nelle ricette di Rubens e di Van Dyck, fondamentali per chi – come dice Diodato – voglia davvero “imparare a dipingere ad olio”.

   Una sorta di “fai da te” dei colori e dei materiali antichi – facile, alla stregua di un moderno ricettario di cucina – di cui vengono esplicitati oltre agli aspetti tecnici ed ai relativi “segreti” anche quelli meno evidenti, con curiosità e notizie di carattere storico, religioso, filosofico, tecnico e tossicologico. Un percorso/discorso “medievale” che è possibile ripercorrere e leggere sul livello più semplice, quello del testo, oppure che si può approfondire nelle note.

   A proposito l’autore rivendica al cristianesimo il dato storico relativo alla particolare cura di tutte le Belle Arti verificatasi nell’ambito religioso medievale e citando S. Benedetto da Norcia e Paolo VI, ricorda che questa rilevante parte della cultura europea ha evidenti radici cristiane. Un discorso che è nato dalle catacombe, si è sviluppato fino al massimo splendore e che oggi sembra essere avviato verso un inevitabile declino anche se ci parla continuamente, ancorato alle pareti dei nostri musei e delle nostre chiese da dove, nonostante i tempi che corrono, provengono ancora confortanti bagliori.

                                                                                                                      Don Bonifacio Mariani٭

٭Monsignore. Vicario episcopale. Docente di Teologia Spirituale nel Seminario Regionale Piano di Chieti. Direttore del settimanale diocesano: Il Nuovo Amico del Popolo.